Attacco di panico: tutti i sintomi
Un attacco di panico è un periodo di paura così intenso da determinare un insieme di manifestazioni mentali e neurovegetative insolite ed estreme. Dura tra i due e i dieci minuti, può insorgere in modo del tutto inaspettato, oppure in relazione a determinate situazioni.
Il DSM (manuale di psichiatria adottato in ogni paese) definisce l’attacco di panico come: un periodo preciso di paura o disagio intensi, durante il quale quattro (o più) dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti:
- palpitazioni, cardiopalmo, tachicardia
- sudorazione
- tremori fini o a grandi scosse
- dispnea o sensazioni di soffocamento
- sensazione di asfissia
- dolore o fastidio al petto
- nausea o disturbi addominali
- sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
- derealizzazione (sensazione che il mondo esterno appaia strano o irreale ad es. la gente si muove in modo meccanico, etc) o depersonalizzazione (sensazione di essere distaccati da se stessi come un osservatore esterno o come in un sogno)
- paura di perdere il controllo o di impazzire
- paura di morire
- parastesie (sensazioni di torpore o formicolio)
- brividi o vampate di calore”
In realtà l’aumentato battito cardiaco, la iperventilazione e la sudorazione sono le naturali risposte dell’organismo che, di fronte ad una situazione di intenso allarme, rilascia una scarica di adrenalina poiché si prepara a lottare o fuggire.
Tuttavia poiché il soggetto vittima di un attacco di panico non ha percepito una reale situazione di pericolo, alla scarica di adrenalina non segue una reale attività fisica (fuga o lotta); per questo l’iperventilazione genera uno squilibrio dei livelli di anidride carbonica nel sangue e un aumento della pressione sanguigna i quali, a loro volta, determinano gli altri sintomi (formicolio, nausea, vertigini, stordimento, brividi o vampate di calore).
Ecco perché, le persone colpite da attacco di panico non comprendono cosa stia succedendo e tendono a pensare di stare morendo (di solito di ictus o attacco cardiaco) o di stare impazzendo o, in alternativa, sviluppano in automatico una reazione dissociativa, ovvero si distaccano dalla percezione di sé e del mondo. Basti pensare che il 60% delle persone che si rivolgono al medico per un sospetto disturbo cardiaco hanno in realtà avuto un attacco di panico.
A che età possono comparire gli attacchi di panico
Mentre il singolo episodio di attacco di panico può comparire a qualsiasi età, l’insorgenza del Disturbo da Attacchi di Panico (episodi ripetuti e ricorrenti e inattesi, con lo sviluppo di un’intensa paura che si ripresenti il singolo attacco, tale da limitare considerevolmente la vita dell’individuo) si colloca tipicamente tra la tarda adolescenza e i 35 anni, con maggiore probabilità che avvenga o in tarda adolescenza o a 35 anni. Può accadere che si presentino anche dopo i 45 anni o nella prima infanzia, ma è molto raro.
Al di là delle cause profonde che generano gli attacchi di panico, è possibile ricorrere a delle tecniche che aiutino a ridurre la frequenza e l’intensità degli episodi.